Adriana Scarpa
1° classificata
Questa è l’ora dei pensieri
È questa l’ora
in cui si fanno rami i pensieri
e piano bussano ai vetri.
Passano qui le parole
mai dette e risplendono
come perle adagiate sopra plateaux
di velluto.
La vita si frantuma in immagini
slegate, scomposte
come una donna cremisi
con mani blu di Picasso.
Nasce dal cristallo
una pioggia fina, velo di mandorlo,
si sparpaglia in luce.
La musica di una statua,
l’erba bianca del pensiero,
ci tintinnano nella mente
e noi ci apriamo
come ostrica
improvvisamente splendenti, radiosi.
Lo sguardo-argento della luna
ci fa alti
con le braccia levate
verso la sommità della notte:
è così
che le gemme del sangue restano trafitte,
è così che un brivido
ci strappa la tenera carne.
Scava profondo
la luce; si sta col viso aperto
nel delirio
di un suggello di stelle.
Pasquale Antonio Monte
2° classificato
Veglia
Son tornato alle veglie notturne,
come quando da giovane spiavo la notte raccogliendo i pensieri.
Mi trastullo in antichi timori, con respiro affannoso,
e ti guardo dormire.
Il tuo corpo è un porto lontano
che talvolta conquisto per un breve riposo
e riparto a fatica.
Il silenzio, in un contatto discreto,
è uno sguardo eloquente che seduce e confonde.
Quanto danno fa la voglia di averti,
quando rompo il silenzio e mi guida l’istinto!
Se dovessi svegliarti proprio in questo momento
mi faresti arrossire e bocciare i pensieri.
Ogni notte è un brandello di vita che butto alle ortiche
ma stanotte ho il tuo volto disteso
che vive nel segno del mio smarrimento.
Quante volte ho vegliato il tuo sonno e ti ho stretto la mano
per frenare il respiro.
Questa volta sei troppo lontana perché possa ancora toccarti
e rimango a tremare.
C’era un tempo che solo a guardarti il tuo corpo fremeva,
trattenendo un sospiro.
Se quel tempo c‘è stato davvero
appartiene ad un sogno che ho vissuto da solo.
Ora devo pensare al futuro
perché voglio vivere anche dopo stanotte
e il tempo che resta non è più paziente
come quando ero giovane e non lo sapevo.
Angelo Di Mario
3° classificato
Chiusa meraviglia
è il tempo duro
delle somme e delle distanze
la pietà si curva su noi
come madre oscura
l’uomo tace ha sete beve lunghi
dolori
non può più misurarsi
né alzare la vita
né specchiarsi nel cielo
né battersi il petto
e chiamare il fratello
a trovare parole
che si dicevano
è il tempo carico
dei rimorsi
delle lunghe strade senza rumore
dei boschi che hanno alberi rigidi
delle case d’aria grandi d’aria
con le gocce che s’allungano fino all’alba
e gli uomini fermi sopra le soglie di pietra
davanti ai tempi così estesi di misura ed anni
che il cielo accade appena e l’uomo va via
e la parola si cheta nella chiusa meraviglia.
Simona Cocca
4° classificata
Arma dolcissima
Vetro è l’anima.
Il mio gatto lamenta una solitudine
che lo affligge già da tempo:
graffierà i suoi nemici
con le sue unghie appuntite,
con la sua aggressività.
Concedimi una tua anima,
un tuo respiro;
spegni questa fiamma,
sciogli il ghiaccio che hai
negli occhi, pallidi laghi,
umidi pianti, germogli di sole
nelle sere d’estate.
Cadi pioggia,
in eterna caduta,
spegni anche il sole,
pietra d’ambra
e i suoi piccoli fratelli,
compagni di gioco,
compagni di eterna luce;
ma vetro è l’anima:
finirò per distruggerlo
o per consumarlo
prima che la pioggia componga melodie
sul suo fragile dorso,
prima che il sole asciughi la sua fatica,
ti curerò io con dolci premure
e amorevoli attenzioni.
Sorgenti sanguigne
accenderanno il tuo pallore:
i miei occhi vedranno
arma dolcissima.
Lucio Boglione
5° classificato
Sospinti dalla Musa
Oh, non maravigliarti della mia tristezza!
(S. Corazzini)
Annegata nel fiume di ricordi,
questa nostra carta scritta
di fragilità effimera
colora con strie d’inchiostri
i riflessi delle acque morte.
Berranno i pesci solo veleni
serpeggianti e insidiosi,
e le alghe brune laminate
in queste tinte smorte
vedranno ombre amiche e nuove.
Nell’acqua o nel fuoco, nel vento,
nelle infinite braccia del tempo,
le deboli frasi pennellate appena
non hanno difese sicure.
L’onore di questa nostra armonia
non si legge nella materia caduca.
Essa vive nel respiro dell’essere,
e nel sole che di virtù illumina
la terra.
Angelo Lamberti
6° classificato
Maria Antonietta Bertaccini
8° classificata ex aequo
Lettera dal cuore
La forza di camminare, oggi,
tra la rugiada del mattino
dove sul pendio continuano a fiorire
pervinche e more selvatiche,
bisogna avere!
E rincorrere farfalle tra sassi spugnosi,
dove ancora, vive, sono le piante grasse!
Ma gli ulivi,
i tuoi argentati ulivi!
Hanno perso molte foglie:
è stato un inverno algente.
Quest’anno forse ci saranno
poche palme benedette per la chiesa.
Il mandorlo sotto casa
sta invecchiando;
saranno gli ultimi fiori
che regalerà alle api.
Verso il lago
dove la rane già s’accoppiano
e le anatre dal piumaggio colorato
sentono la primavera,
io m’incammino.
E qui, dove la natura esplode i suoi colori,
bevo nettare di giorni e giorni
vissuti con te.
Qui, dove le rose continuano a fiorire
e il sole abbaglia le foglie del gelso,
qui vengo a cercare quiete.
Riccardo Fiore
8° classificato ex aequo
Silenzioso sul treno viaggiando
Silenzioso sul treno viaggiando
domandando
a se stessi
come sia possibile
vivere un solo giorno
senza dire
– ti amo – Lo sferragliare
delle carrozze
riempie il silenzio
– dentro e fuori
Il treno
porta verso
sconosciute
mete lontane,
e nebbiose.
il mondo scivola davanti
agli occhi,
confuso nella foschia di alba
che stenta a nascere;
palpebra pesante
ad ogni sussulto
si risveglia. Ad occhi socchiusi
distingui l’immagine
d’un fuoco sporco che
riscalda
catapecchia di lamiere ondulate
Elena Fedeli
10° classificato ex aequo
La casa dell’anima
Nella casa dell’anima
le pareti sono rosse
e ricoperte di vedute,
il pavimento di marmo
a quadroni bianchi e neri,
perché noi donne
ci si possa esercitare
alla mossa del cavallo.
David Pedrani
10° classificato ex aequo
I colori del vento
Sarei stato perso per sempre,
se non ti avessi trovata.
Avrei perso la mia voce,
gettato al vento le mie lacrime
e sarei sparito.
Ti immagini?
Una nuvola che fugge,
che non ha più cielo,
che non sa più vivere.
Sarei stato perso per sempre,
se non ti avessi trovata –
– e non avrei mai più amato,
mai più sperato –
Ora, posso dipingere, –
– dipingere con tutti i colori del vento,
lasciarmi trascinare
verso di te –
Alfonso Pizzano
12° classificato
La donna e il Sole
Ovunque poggia il piede dell’Uomo,
cade nell’ombra
e nel fruscio del grano
E lungo le pareti
di profumata roccia erbosa
trascorre candido
l’ennesimo soffio di vento
Accarezzando lieve
la vecchia mano,
e il manto del cervo,
e la piuma del falco –
– E i capelli della mia donna –